Il punto sulle Zebre a metà stagione

Biagi(foto: zebrerugbyclub.it)

Insieme a Ludovico Guarneri di Fratelli di Rugby abbiamo cercato di dare un’immagine completa della situazione delle nostre due squadre di punta a metà della stagione agonistica.  Abbiamo sentito Bisegni e De Rossi da una parte, Barbini e Bortolami dall’altra. Ci siamo andati a vedere i minuti giocati di tutti i giocatori delle due franchigie e tratto qualche conclusione a fronte dei risultati ottenuti fino ad oggi.

Partiamo oggi dalle Zebre che sono quelle che hanno cambiato di più in estate, quelle che hanno sorpreso ad inizio stagione, quelle che per vari motivi destano qualche preoccupazione.
Per aiutarci a formulare idee informate abbiamo compilato una tabella che presenta le statistiche più importanti sui giocatori impegnati da coach Bradley.

Screenshot from 2018-01-05 18:06:52

Questi sono i primi venti giocatori per minutaggio totale, inclusi i minuti giocati in nazionale. Cinque giocatori hanno già superato i 1000 minuti di gioco, con Canna che guida con quasi 1200 minuti sul tachimetro. E se I minutaggi sono alti per i primi dieci-undici giocatori, si arriva presto a giocatori come Jacopo Sarto e Matteo Pratichetti, rispettivamente diciannovesimo e ventesimo nei minutaggi, che sono stati quasi sempre delle riserve e hanno accumulato meno di 500 minuti di gioco.

In proposito abbiamo sentito il Team Manager delle Zebre Andre De Rossi:

DeRossi_Parata

[Il nuovo utility back delle Zebre Rory Parata (sx) con il team manager De Rossi (dx) (foto zebrerugbyclub.it)]

“Come valuti, ad oggi, la stagione delle Zebre?

Dobbiamo fare due tipi di valutazione:
la prima va fatta sul come eravamo a fine Luglio (quanti eravamo, chi abbiamo perso per strada, i problemi economici e societari eccetera eccetera) e come siamo invece adesso (una squadra di pro14 che si è guadagnata, a fior di ottime prestazioni, il rispetto di tutte le altre formazioni) e posso tranquillamente dare un bel 10.
La seconda valutazione è quella tecnico sportiva. La squadra, se pur con un numero di giocatori ridotto (al minimo storico), ha prodotto un rugby divertente e concreto in fase offensiva, per una buona parte della stagione, nell’ultimo mese, invece, sono sorte le prime problematiche, legate sicuramente all’usura dei giocatori e a qualche disattenzione di troppo in fase difensiva. Considerando le tre partite perse all’ottantesimo direi che possiamo parlare, anche in questo ambito, di un bilancio positivo pur restando molto lavoro da fare.

Immagino che ci siano degli obbiettivi dichiarati per la stagione, puoi dire qualcosa in merito? Pensi sia verosimile che vengano raggiunti e soprattutto ritieni che la filosofia dell’allenatore porterà vantaggi nel tempo? 

Di solito gli obbiettivi si tracciano ad inizio stagione, per i motivi ben noti è stato impossibile tracciarli. Posso, però, dirti che in questa prima fase di cambiamento e conoscenza ci siamo fatti un’idea di dove poter arrivare, ma dirlo adesso non ha senso. Posso però affermare che la filosofia e il cambiamento che Bradley e lo staff hanno portato, guarda avanti e non solo al presente.

Quali pensi che siano gli elementi più importanti introdotti da Bradley nella gestione tecnica della squadra?

Bradley ha portato il suo vissuto, la sua personalita’ e le sue competenze che sono di livello molto elevato dimostrando di saper gestire uno staff e un gruppo di giocatori in difficolta, che è una cosa molto difficile.
Quando è arrivato molti hanno pensato che se ne sarebbe andato dopo poco, invece con la calma che lo contraddistingue ha portato avanti le sue idee, la sua visione di gioco e di organizzazione ed è riuscito a coinvolgere tutto lo staff tecnico e i giocatori in un progetto di crescita i cui primi frutti sono stati sotto gli occhi di tutti.

Tra poco il 6N decimerà di titolari il gruppo, come vi state attrezzando per affrontare questa situazione?

Non ci sono molte alternative dovremmo usare i permit delle societa’ vicine, speriamo che la prossima stagione ci siano dei cambiamenti a livello di regolamento e che si riesca a comporre un organico superiore.

Alcune partite sono state perse di poco. Molti affermano che il game plan delle Zebre sia molto dispendioso e poco produttivo. Qual è la tua opinione e, secondo te, su che aspetti ci si deve concentrare per rendere più efficace il grande possesso che spesso viene fatto?

Come ho già spiegato, a posteriori tutto diventa facile da giudicare, si fa anche in fretta a dimenticare tutto, (Ulster ,Cheethas etc ….) ripeto, abbiamo fatto una prima parte di stagione sopra ogni aspettativa, con partite fatte di bel gioco, concretezza, ed una filosofia ben definita, non si puo’ fare una cosa a meta’ o tornare indietro, certo, devi essere in grado di valutare il materiale umano disponibile, saperlo gestire nel migliore dei modi, ed essere forse un po’ piu scaltro, capire che forse qualche palla la puoi gestire in modo diverso, ma io sono con Bradley: penso che se si lavora per il futuro dobbiamo continuare, fermamente, su questa linea.

Quando pensi che potranno essere annunciati i ritocchi di formazione per la prossima stagione?

Inizieremo a parlare di rinnovi e nuovi giocatori dalla settimana prossima, quindi ritengo che entro la fine del mese saremmo in grado di annunciare già i primi rinnovi importanti e i nuovi giocatori che arriveranno a Parma dall’Eccellenza.”

Si denota quindi una situazione che rispecchia alcune impressioni dei tifosi: una squadra che si appoggia molto sui suoi giocatori migliori, di cui ha problemi a fare a meno, come indicano le imbarcate di punti a Glauchester ed Agen, nelle quali partire senza Carlo Canna ha compromesso la difesa. Bisogna però stare attenti a non allarmarsi troppo per i minutaggi alti dei migliori giocatori: lo fanno anche le altre squadre. A Toulon sia Ashton che Isa hanno accumulato più di 1000 minuti, ad Ulster Leali’ifano e Piutau hanno giocato più di 900 minuti, algi Wasps i più sati sono Wade e Le Roux (oltre 1000 minuti), ma anche Launchbury e Haskell ne hanno giocati più di 900.

Bisegni-meta_crop(foto zebrerugbyclub.it)

Per completare il quadro ci sono anche le risposte di Giulio Bisegni, giocatore che dopo essere rientrato dall’infortunio ha trovato tanta continuità.

Come valuti, ad oggi, la stagione della tua squadra?

Penso che quanto fatto dallo staff tecnico stia portando dei buoni risultati in termini di gioco. Non possiamo ritenerci pienamente soddisfatti visto che abbiamo perso partite e punti importanti dall’inizio della stagione, anche se, viste le premesse societarie con cui abbiamo incominciato la prima parte di campionato, non era semplice sviluppare un’identità di gioco e cogliere punti con squadre di caratura internazionale.

Immagino che ci siano degli obbiettivi dichiarati per la stagione delle Zebre, puoi dire qualcosa in merito? Pensi sia verosimile che vengano raggiunti e soprattutto ritieni che la filosofia dell’allenatore porterà vantaggi nel tempo?

Per ora non abbiamo fissato obbiettivi a lungo termine nonostante spesso ci siamo trovati a parlare di come avremmo potuto essere in zone più alte della classifica portando a casa partite perse di pochi punti (Edimburgo, Cheetas e Treviso in casa). Quello che credo di poter dire con certezza è che l’intento comune per quest’anno è di costruire un sentimento di affezione alla maglia e allo stadio, cercando di proporre un rugby concreto ma votato ad uno stile offensivo. Motivo per cui credo che le cose potranno solo migliorare sia dal punto di vista tecnico che mentale.

E la tua stagione personale come la valuti? Pensi di avere più chances da centro o da ala?

Sto facendo una stagione molto positiva al momento. Ho raccolto già un minutaggio importante giocando molto più da ala che da centro, nonostante abbia disputato buone prestazione ad entrambi i ruoli. Diciamo che il mio ruolo preferito rimane in mezzo al campo, anche se comincio ad entrare nelle meccaniche del triangolo allargato, cosa che unita al nostro modo di giocare mi ha portato ad avere più chances palla in mano.

Nei test di giugno non hai giocato. A novembre eri appena rientrato da un infortunio e non sei stato chiamato da O’Shea. Ritieni di avere qualche chances per acciuffare la maglia azzurra?

Spero di sì soprattutto in vista dei mondiali in Giappone. Sicuramente il doppio ruolo nonostante mi abbia penalizzato un po’ all’inizio penso che nel lungo termine mi potrà agevolare quando ci saranno da fare convocazioni allargate. Non scordandomi che sta a me giocarmi le mie possibilità partita dopo partita.

Che differenza c’è tra la conduzione sia tecnica che societaria del tuo team di quest’anno rispetto a quella dell’anno scorso?

Posso dire con certezza che ad ora abbiamo “una squadra” anche ai piani alti. Il nostro nuovo AD ha formato un team competente e diversificato che implementa tutti i rami principe dell’azienda zebre. Innegabile che sia cambiato anche il nostro approccio tecnico alle partite: da un rugby più conservativo basato sulla conquista territoriale di una buona difesa e del gioco al piede ad un gioco di possesso, dove cerchiamo di stabilire noi i ritmi ed i tempi della partita.

Alcune partite sono state perse di poco. Molti affermano che il game plan delle Zebre sia molto dispendioso e poco produttivo. Qual è la tua opinione e, secondo te, su che aspetti ci si deve concentrare per rendere più efficace il grande possesso che spesso viene fatto?

Credo stiamo andando verso il giusto modo di interpretare il rugby. Ormai a livello internazionale le squadre che hanno il maggior possesso sono quelle più letali. Dobbiamo solo cercare di essere più cinici in alcuni momenti della gara.

Una domanda personale. Stai frequentando l’Università, quanta importanza ha questo per il post carriera sportiva?

Questo è un argomento molto importante per me e di fatto tema di grande interesse anche internazionale dove nelle grandi squadre gli atleti sono seguiti anche per un eventuale post carriera. Qualcosa sembra muoversi anche qui: con Andrea Dalle Donne abbiamo anche discusso per introdurre delle borse di studio di merito, volte a pagare le tasse o spese universitarie di chi si presenti in linea con esami universitari o specialistici. Inutile dire che ad ora comunque, visti anche i rischi legati alle carriere professionistiche, è sicuramente molto d’aiuto formarsi durante la carriera, sia in ambiti tecnici che didattici.

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Quindi, se da una parte il problema della profondità della rosa è un vero punto dolente per le Zebre, è invece forse una cosa più naturale l’utilizzo assiduo dei giocatori migliori. È forse anche un buon segnale dal punto di vista della solidità fisica e della buona preparazione atletica, e, per i giocatori, come ci sembra sentire nelle parole di Bisegni, accumulare minuti da confidenza ed esperienza. Infine forse è importante sottolineare cosa traspira dalle parole di Bisegni: fiducia nel lavoro dello staff e fiducia in uno stile di gioco moderno e positivo, un modo di giocare ed un allenatore che guardano alla crescita tecnica dei giocatori invogliandoli a venire o rimanere a Parma.

Per la stagione in corso continueranno ad esserci problemi di organico, o quantomeno di organico di qualità. Le aggiunte di Ah-Nau, Tucker, Padovani e Parata faranno, secondo me, un gran bene alla squadra ducale, anche se il rischio di nuove imbarcate di punti durante il periodo del 6 Nazioni non è risolto da quattro giocatori (di cui uno, Tucker, già infortunato).
Sarà interessante vedere quali giocatori verranno infine confermati per la prossima stagione o se ci saranno degli italiani costretti a tornare nel campionato domestico. Un’occhiata alla tabella dei minutaggi ci dice che non c’è (o almeno fino al rientro di Padovani non c’era) un’opzione valida nello spot di mediano d’apertura. Un discorso simile si può fare per i centri, dove Afamasaga e Pratichetti non convincono, a tallonatore, dove Manici è ancora fuori e Luus è alle prese con il fondamentale dei lanci in rimessa laterale.

Insomma, è di nuovo un anno zero a Parma, come è successo troppo spesso alla seconda squadra pro italiana dal 2010 ad oggi. Quello che cambia è la capacità di fare punti, ottenere qualche risultato, e la certezza che la stagione 2018-2019 sarà finalmente un anno uno e non bisognerà ricominciare da capo. Basterà per accrescere il numero delle vittorie? questo non lo possiamo sapere, che come sempre, gli avversari non stanno fermi a guardare.

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