Italia – Inghilterra: due parole con David Sisi

sisi(foto skysport.com)

Il Sei Nazioni è alle porte e si inizia subito con una partita difficilissima per gli azzurri: l’Inghilterra a Roma.
L’Inghilterra di Eddy Jones è una squadra incredibilmente fisica, che vorrà riscattare la brutta figura fatta l’anno scorso quando la tattica italiana del non partecipare ai raggruppamenti fece impazzire i giocatori in maglia bianca.
Difficile dire cosa potrà fare l’Italia quest’anno per contrastare la fisicità dell’avversario, i pronostici sono tutti largamente a sfavore degli azzurri, e le speranze si possono trovare soprattutto nel maggiore fitness degli a disposizione di O’Shea rispetto all’anno scorso e nell’entusiasmo dei giovani azzurri.
Le due franchigie italiane nel Guinnes Pro14 stanno giocando meglio quest’anno e hanno vinto un totale di 10 partite su 34 disputate complessivamente tra le due squadre, un numero basso, ma più alto rispetto agli anni scorsi.
A giungo a Brisbane l’Italia ha messo paura ai Wallabies, a novembre Parisse e compagni hanno mancato l’occasione di vincere contro l’Argentina, cedendo malamente nella parte finale della partita. I progressi degli Azzurri sono quidni lenti, ma la speranza è di veder fondere bene la qualità di placcaggio e difesa della Benetton Treviso con il gioco arrembante delle Zebre. Gravi per gli Azzurri l’assenze di Campagnaro e Sarto, che in attacco hanno una marcia in più rispetto ai loro compagni che militano in squadre italiane.

Per parlare di questa partita, e altro, Ludovico di “Fratelli di Rugby” è andato a Parma a fare due chiacchere con David Sisi, per il quale l’incontro di domenica all’Olimpico ha un sapore un po’ speciale…

1) Domenica si giocherà Italia – Inghilterra. Col cuore sarai più vicino a George, Carlo, Matteo, Marcello e gli altri, o più vicino ad Owen Farrel e Dylan Hartley?

Sono molto fiero della mia provenienza e sono fortunato a condividere sangue e famiglia sia in Italia che in Inghilterra. Sono anche fortunato ad avere amici che giocano in entrambe le squadre, quindi per me la partita tra queste due nazioni diventa un dilemma interessante. Detto questo, l’Italia e le Zebre mi hanno offerto una sfida ed un’opportunità e io spero che i miei compagni delle Zebre facciano delle gran partite; li seguirò con grandissimo interesse.

2) La domanda che fanno gli appassionati italiani è: è vero che hai il passaporto italiano? E se Connor O’Shea ti chiedesse di giocare per la nazionale italiana, risponderesti con un “sì”?

La mia storia è che i miei nonni sono italiani, che hanno lasciato il loro paese per la Scozia da rifugiati durante la Seconda guerra mondiale. Di sangue mio padre è italiano, quindi io sono per metà italiano con la componente materna inglese. Ho quindi i requisiti per giocare per l’Italia. Al momento mi sto concentrando sul giocare con le Zebre e divertimi a farlo, ma ho sempre avuto l’ambizione di giocare rugby internazionale.

3) Come sei arrivato alle Zebre? Come sono nate le trattative che ti hanno portato qui?

Quando è sorta la questione della scadenza del mio contratto al mio club precedente, Bath, ho deciso che dovevo andare ad un club dove potevo tornare a giocare. Ho avuto piacere di giocare quattro anni a Bath ma ho avuto una serie di infortuni sempre al momento sbagliato e periodi in prestito ad altri club e alla fino non ho mai sentito di avere quello slancio e quella continuità che mi serviva. Ho anche percepito che sarebbe stato un giusto connubio venire alle Zebre, sia per le mie origini, sia perché la società, come me, stava intraprendendo un nuovo inizio.

4) Recentemente si è vista la tendenza a schierare terze linee in seconda linea. Allo stesso tempo però altri allenatori optano di far scendere una seconda agile a numero 6 (per esempio Curtney Lawes e Maro Itoje nascono seconde linee ma vengono spesso impiegati a flanker).

Che differenza c’è tra i due ruoli? Cosa cambia in campo a parte la posizione in mischia? Tu tra questi die ruoli quale preferisci?

Penso che il rugby sia sempre in evoluzione e i giocatori e le squadre evolvono anche loro di conseguenza, quindi i giocatori possono essere intercambiabili a seconda del modo che vogliono giocare. Non c’è una gran differenza tra seconda e terza linea oltre all’ovvio diverso in mischia chiusa e in rimessa laterale: entrambi ruoli richiedono di correre per il campo a placcare e portare avanti la palla. Penso che dalla posizione di seconda linea si ha l’opportunità di imporsi di più nei combattimenti a spazi ristretti, ed è quello che continuo a fare. Subito dall’inizio di stagione si è visto che avrei potuto offrire di più alle Zebre nel ruolo di seconda linea e ho piacere a giocare questo ruolo.

5) Le Zebre fanno un gioco veloce votato all’attacco con molti offload e cercando di mantenere il possesso, ma fanno anche fatica quando il gico rallenta e diventa un lotta negli spazi stretti.

Cosa pensi debba cambiare nel gioco delle Zebre per permettere alla squadra di performare in tutti i frangenti di gioco?

Mi piace come cercano di giocare le Zebre, ogni tanto ci complichiamo la vita ma se abbiamo una buona giornata penso che siamo una squadra davvero entusiasmante da vedere. La chiave sarà trovare equilibrio nel nostro gioco e continuare a crescere in quello che stiamo facendo. Questo include diventare più tenaci e migliorare nelle parti più lente e dure del gioco: questo ci permetterà di attaccare nel modo che vogliamo. Penso queste cose arriveranno col tempo, con l’esperienza e con l’aver giocato assieme come squadra più a lungo.

Un commento su “Italia – Inghilterra: due parole con David Sisi

  1. Gsp ha detto:

    Bella intervista e bravo anche Sisi. Avanti cosí.

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